greci in Italia:

Una emigrazione

intellettuale

 

Vassilis Papadimitriou ha frequentato l’Università in Italia, ha lavorato presso il Parlamento Europeo a Bruxelles, ha svolto attività di Consigliere per la Stampa presso le Ambasciate Greche di Mosca e di Londra. Dal novembre 1996 è Consigliere per la Stampa presso l’Ambasciata Greca a Roma.

 

L’arrivo dei primi gruppi di studenti greci in Italia comincia negli anni Sessanta, ma l’“invasione” vera e propria avviene più tardi, durante la dittatura militare (1967-1974), quando agli studenti emigrati per ragioni di studio si aggiungono coloro che cercano condizioni di maggiore libertà e democrazia. La maggior parte si stabilisce in Italia, che si è dimostrata la destinazione più popolare per la vicinanza geografica, ma anche culturale e sociale.

Il numero complessivo dei greci che sono venuti in Italia per motivi di studio negli ultimi trenta anni è abbastanza elevato: si supera probabilmente le centomila persone. Secondo alcuni dati dell’UNESCO, riportati dal quotidiano ateniese “Elefterotipia” all’inizio degli anni Ottanta la Grecia aveva - proporzionalmente - il maggior numero di emigrati per motivi di studio a livello mondiale. La metà di questi sono venuti in Italia, dove hanno rappresentato in quel periodo il 25 per cento degli studenti stranieri.

Per quanto riguarda i greci laureati in Italia che oggi svolgono attività professionale in Grecia si calcola che siano circa 20.000. Almeno 4.000 sono medici, 5-6.000 architetti e ingegneri, 3.000 sono  farmacisti, mentre nel Parlamento Ellenico su 300 membri, 14 hanno studiato in Italia. Tutto questo in un paese dove la popolazione attiva è intorno ai 4 milioni. Esiste anche una associazione dei greci che hanno studiato in Italia che pubblica la rivista “Il libretto”.

Il fenomeno della emigrazione studentesca greca verso l’Italia dovrebbe essere analizzato in profondità non solo dal punto di vista statistico, ma anche culturale, sociale, storico e politico.

La dimensione politica ha diversi aspetti. E’ qui in Italia, a due passi dalla Grecia, che si forma e si sviluppa all’inizio degli anni Settanta un enorme movimento di resistenza contro la giunta militare di Atene. E’ qui che, nella piazza centrale di Genova, nell’autunno del 1969, lo studente Kostas Georgakis, si uccide dandosi fuoco per protesta contro il regime dei colonnelli e divenendo poi il simbolo di questa lotta. Ed è da qui che Irene Papas ha lanciato il suo famoso appello, per la lotta contro “la banda degli stupidi che ha fatto tornare il nazismo in Grecia”, un appello sottoscritto da personalità come Alberto Moravia, Michelangelo Antonioni, Luchino Visconti, Marcello Mastroianni, Gian Maria Volonté.

Ma la dimensione politica non si esaurisce in quel periodo, gli avvenimenti politici e sociali in Italia sono sempre oggetto di particolare attenzione in Grecia da parte della classe politica ma soprattutto dei media.

Importantissimi sono anche gli aspetti sociali: numerosi sono i greci che si sono stabiliti permanentemente in Italia dove sono pienamente integrati socialmente e professionalmente e non mancano casi di greci che si sono “italianizzati”, come l’artista Jannis Kounellis, esponente dell’arte povera.

Bisogna notare che il fenomeno ha avuto delle conseguenze anche in senso contrario. Grazie ai matrimoni misti un gran numero di italiani e italiane è emigrato in Grecia. Nella sola città di Salonicco esistono due associazioni di donne italiane che sono sposate con greci.

Non è quindi un’esagerazione dire che ci troviamo oggi davanti ad una situazione che può essere considerata come il primo piccolo passo - compiuto però con molto anticipo - verso l’integrazione europea, visto che si tratta di un interscambio tra i cittadini dei due paesi caratterizzato dalla piena libertà di movimento e di svolgimento delle attività professionali.

E’ nata in questo modo sia in Italia che in Grecia la prima generazione di italo-greci. Una generazione ancora “neonata”, la quale non può fare altro che contribuire al rafforzamento e approfondimento dei legami tra i due paesi.

Da un po’ di anni il flusso degli studenti greci in Italia sta calando. Secondo le statistiche negli ultimi anni il numero dei greci laureati nelle università italiane si aggira intorno ai 200-250 annualmente. Tra pochi anni con ogni probabilità, il sistema del numero chiuso nelle università greche non sarà più in vigore e questo tipo di emigrazione intellettuale massiva sarà solo una storia del passato. Però, per tanti di noi, almeno per quelli della mia generazione venuti qui subito dopo il crollo del regime dei colonnelli, l’Italia sarà il paese dove oltre agli studi, la lingua, la cultura, la musica e le canzoni di Mina, di Francesco De Gregori e Lucio Dalla, oltre alla testimonianza vissuta nei cosiddetti “anni di piombo”, abbiamo fatto una valida esperienza su come funzionano ma soprattutto su come resistono le regole e le strutture di un paese democratico. Quindi inevitabilmente l’Italia sarà per noi un punto di riferimento continuo.

 

Vassilis Papadimitriou